Suoni, ti registro, ti muovi sulla musica che hai suonato


La tecnologia... sì, quella cosa che quando è il momento che ti serve il più delle volte non ti aiuta.

Uh guarda che bello, ora faccio una foto, click, eccomi aspettatemi. Ops, è venuta sfocata...

Ti ho mandato una mail, non ti è arrivata?

Adesso faccio un video, bello, meno male che l'abbiamo ripreso... ops... sono venute delle foto... era impostato su foto... questi telefonini non si capisce bene...

Metto una musica... ora parte... vai... vai... e vai?!! Va bene, la canto che facciamo prima...

Questa volta no, questa volta funziona... non ci credi?

Ha funzionato!

Ero con Emanuela De Bellis, abbiamo una bella classe con bambini di 5/6 anni a scuola di musica.

Forse hai già letto qualcosa riguardo a come presentiamo lo strumentario Orff (xilofoni, metallofoni...), a come lasciamo i bambini esplorare gli strumenti, a come li lasciamo organizzarsi da soli, guardarsi per iniziare a suonare insieme e fermarsi insieme, aspettare che l'altro finisca per poi cominciare...

C'è un post di Emanuela (ripreso anche qui su CiaU) in cui si parla di autogestione come pratica educativa.


Ma torniamo all'altro giorno.

Due glockenspiel, uno xilofono, un tamburo (djembè, quello bellissimo della Remo)...

Ok bimbi, ora che ognuno ha il proprio strumento davanti 
potete cominciare a suonare una musica,
mi raccomando fatela bella, con quel ritmo che ci piace tanto, 
vi guardate e cominciate,
inseritevi nella musica quando volete ma fatelo con dolcezza, 
la musica deve essere bella.
Poi vi guardate e finite insieme.

Posso registrarvi?

Ha funzionato... il telefonino ha funzionato!



Bene! Avete suonato proprio una bella musica!
Cosa possiamo fare ora? Fatemi pensare...

Posso mettere la musica che avete appena suonato allo stereo!
Basta collegare il telefonino con il cavetto!
Sì, potete muovervi nella stanza, 
ballare sulla vostra bella musica!

Volete un foulard?


Ha funzionato... lo stereo ha funzionato!

Grazie per aver letto questo post.

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Chi sono

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Da piccolo ogni padella che trovavo in cucina si trasformava all'istante in un tamburo, ogni coperchio in un piatto della batteria da suonare con i cucchiai. Da grande sono diventato un contrabbassista, 7 anni in Conservatorio a Roma e poi in giro per l'Italia a suonare con varie orchestre. Sempre da grande quando sono entrato all'Orff-Schulwerk ho preso i cucchiai lì per terra e girando e suonando ogni cosa rotonda sono entrato anche nella stanza di Musica in Culla. - Che cos'è quello? - mi domandai dopo aver visto un grande telo a spicchi colorati. Sono rimasto per scoprirlo. Oggi (da piccolo) mi dedico principalmente all'educazione musicale per l'infanzia e chiedo sempre a tutti i bimbi se nella loro cucina ci sono le padelle.